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Finalmente sono riuscita a visitate il Parco Archeologico di Paestum.

Perché ne parlo solo adesso? Perché quando ne avrei voluto parlare è uscito fuori un incipit così lungo che ha dato vita ad un altro post (che potete leggere qui) a cui ho dovuto dare la precedenza perché avevo bisogno di mettere in chiaro alcune cose.

Ma Paestum, Paestum merita di esser raccontata.

Inizio col dirvi che non c’ero mai stata. Mai! Neppure con la scuola da bambina e ricordo che questo mi portava molta frustrazione perché non capivo come mai tutte le classi ci andassero tranne la mia.

Così l’ho desiderata per anni, l’ho immaginata, l’ho sognata.

Non trovavo mai nessuno disposto ad accompagnarmi, così sapere cos’ho fatto? In una calda mattina autunnale, mi sono svegliata, ho preso la mia auto e mi sono messa in viaggio da sola.

Sì, da sola.

Perché a volte, se ci fermiamo ad aspettare gli altri, passa una vita.

E se c’è una cosa che ho imparato negli ultimi anni è che ciò che più scarseggia nella nostra vita è il tempo.

Di tempo non ne abbiamo, quindi se vogliamo fare una cosa facciamola oggi.

Domani avremo sicuramente qualcosa di nuovo all’orizzonte e il giorno dopo qualcosa di nuovo ancora.

Quindi eccomi in auto, con il mio cd preferito in sottofondo a farmi compagnia e via!

Direzione Paestum!

Il Parco Archeologico di Paestum

Appena arrivata sono rimasta senza fiato.

Un cliché lo so.

Il Parco Archeologico è così grande, così maestoso. Non me l’aspettavo.

O forse sì!

Ma parcheggiare l’auto, voltarsi e trovarsi d’avanti templi e rovine di una civiltà lontana, ma ancora così presente, fa sempre il suo grande effetto!

Per un attimo ho dimenticato di essere in Campania (senza offesa) e mi sono sentita catapultata in Grecia, in una delle culle della civiltà.

Questi luoghi in passato, non per niente, erano parte di quel territorio della penisola italiana noto con il nome di Magna Grecia.

Eppure si tratta della Campania, della penisola italiana, che troppo stesso viene snobbata in favore di mete lontane ed è un gran peccato.

E’ un gran peccato perché ha così tanto da offrire: tracce vivissime di molteplici civiltà, culture, tradizioni, che si intrecciano e si snodano attraverso millenni di storia arrivando fino ai nostri giorni.

Arrivando fino a noi, custodi spessi distratti di un patrimonio inestimabile e, lasciatemelo dire, unico al mondo.

Nessun luogo al mondo è come l’Italia, nessun luogo al mondo è in grado di regalarvi eccellenze per ogni periodo storico, per ogni secolo, per ogni movimento artistico-culturale.

E per quanto il mondo sia bello tutto, per quanto sia giusto andare anche lontano, io preferisco sempre la nostra penisola e non mi sentirei fiera di piantare bandierine in giro per il mondo quando poi della mia terra non conosco nulla o quasi.

E quando mi dicono che il bello del viaggio è incontrare nuove culture, io rispondo che anche spostandosi in Italia è possibile!

Un’Italia di regni, signorie, comuni, città-stato.

L’Italia dei greci, dei romani, degli etruschi, dei sanniti.

L’Italia dalle mille culture e dai mille popoli che nel tempo hanno saputo realizzare opere grandiose, lasciando un segno visibile ancora oggi, come a Paestum.

Il Tempio di Hera

Andare da sola a visitare il parco archeologico di Paestum è stata una grande idea.

Ho avuto la calma e la tranquillità per godermi la giornata al meglio, piano piano come piace a me.

Il primo tempio che ho visitato è stato quello di Hera, erroneamente conosciuto come Basilica di Paestum.

L’errore deriva dalla struttura arcaica del tempio che ne ha fatto confondere lo scopo per molto tempo. Si tratta invece di un tempio di ordine dorico (il più antico tra i tre ordini architettonici tipici della civiltà greca) risalente al 550 a.C. circa e dedicato ad Era, sovrana dell’Olimpo, dea della fertilità e protettrice del matrimonio.

Il Tempio di Hera
Tempio di Hera, interno
Collarino del capitello dorico arricchito con decorazioni floreali, particolare del Tempio di Hera

 

Il Tempio di Nettuno

Il secondo tempio visitato è stato quello di Nettuno.

Anche qui però il nome ci porta in inganno.

Si tratta del più grande e maestoso dei templi di Paestum e siccome per i greci la città prendeva il nome di Poseidonia, in onore appunto del dio del mare Poseidone, per secoli gli studiosi hanno dato per scontato che il tempio centrale fosse dedicato proprio a questa divinità protettrice della città.

Molto più probabile, invece, che esso sia dedicato sempre ad Era o addirittura ad Apollo o Zeus.

In questo caso si tratta di un tempio costruito con due tipi diversi di travertino (caratteristica che pare abbia reso la struttura antisismica sottolineando la competenza degli architetti dell’epoca) e sempre di ordine dorico.

Risalente al 460 a.C. circa, è ad oggi uno dei templi meglio conservati di tutta la Magna Grecia.

Tempio di Nettuno

La Via Sacra

Tipica di tutte le antiche città greche e romane, anche al parco archeologico di Paestum troviamo la cosiddetta via Sacra, utilizzata anche per processioni e riti religiosi, che attraversa tutta l’area collegando le diverse zone.

Nell’antica Poseidonia non troveremo solo i templi, ma anche i resti di quartieri abitativi (tra cui grandi strutture signorili come la Domus con piscina), il foro dalla forma rettangolare e rivisitazione dell’agorà greca presente in precedenza, l’anfiteatro risalente al 50 a.C. ed uno dei più antichi del suo genere, la cinta muraria quasi completamente conservata (raggiunge quasi i 5 chilometri di lunghezza) e il museo all’interno del quale è possibile trovare reperti provenienti dall’area circostante il parco archeologico ( tra cui la lastra tombale affrescata nota come Tomba del Tuffatore, un esempio unico di pittura greca di età classica).

La via Sacra ed i suoi tipici blocchi di calcare

La Domus con piscina
L’anfiteatro

 Il Tempio di Atena

Un po’ più distaccato dagli altri, nella parte alta della città, sorge il tempio di Atena noto anche come tempio di Cerere.

E’ il più piccolo dei tre ed è l’unico non visitabile all’interno, forse a causa del suo attuale stato di conservazione.

Risale al 500 a.C. circa e anche qui siamo d’avanti ad un tempio di ordine dorico, ma si tratta di una struttura particolare e con alcune caratteristiche interessanti che lo rendono unico.

Tra tutti il suo frontone alto e la presenza di capitelli di ordine dorico e ionico insieme, (questi ultimi custoditi all’interno dell’adiacente museo e i più antichi rinvenuti in Italia).

Tempio di Athena


E così partendo dall’età antica, passando per il Rinascimento fino al XVII e XVIII secolo e alla sua grande riscoperta (quando divenne tappa fissa del mio tanto amato Grand Tour), Paestum è stato ed è l’esempio lampante di come l’Italia riservi sorprese ad ogni angolo.

Millenni di storia che si susseguono e che ci regalano attraverso civiltà differenti testimonianze di un passato grandioso e del quale troppo spesso ci dimentichiamo (o sottovalutiamo).

Se vi trovate da quelle parti vi consiglio, infine anche una visita alle necropoli situate subito fuori le mura di Paestum (tra cui quella della civiltà del Gaudo), il santuario di Hera alla foce del Sele (non è sempre aperto al pubblico, quindi assicuratevi che lo sia prima della vostra visita) e il sentiero degli Argonauti, una passeggiata imperdibile che porta dai templi fino al mare attraversando il decumano maggiore di Paestum , la Porta Marina, un tratto di oasi dunale (con una pineta che si trasforma via via in macchia mediterranea) fino a raggiungere l’antica spiaggia della città. Il sentiero ha una durata di circa 2 ore e vi darà modo di scoprire una Paestum inedita.

Io non ho fatto in tempo a visitare queste ultime meraviglie e quindi inutile dire che ci tornerò presto!

(E mentre scrivo, ecco uscire la classifica delle regioni e dei musei italiani più visitati del 2017. Con immenso orgoglio, la Campania si classifica al secondo posto e proprio il parco archeologico di Paestum si piazza al quindicesimo, a riprova del grande lavoro svolto fino ad ora dal direttore Gabriel Zuchtriegel ed il suo team. In classifica tra i primi 30 musei italiani anche Pompei, la Reggia di Caserta, il Museo Archeologico di Napoli, Ercolano, la Grotta Azzurra di Capri e il Museo di Capodimonte.

BIGLIETTI E ORARI

Il parco archeologico è visitabile dalle 9 alle 19:30 (ultimo ingresso 18:45) al costo di 6 da dicembre a febbraio e di 12€ da marzo a novembre. Con il biglietto è possibile visitare anche il parco archeologico di Velia, poco distante e di grande interesse (aperto solo il lunedì). Weekend e festivi è obbligatoria la prenotazione.

6 Commenti

    1. Verissimo! Il parco è tenuto magnificamente, così come la zona ed il borgo circostante.
      Una grande e giusta attenzione verso un luogo che meritava da tempo la giusta attenzione.
      Il giovanissimo direttore Gabriel Zuchtriegel ed il suo team stanno facendo un lavoro eccellente ed enorme, quindi un grande grazie va a loro!
      Io ho solo avuto l’onore di poter raccontare di un parco archeologico unico, di un patrimonio culturale che non può che renderci tutti orgogliosi!

  1. Complimementi…fotografo spesso Paestum e ne sono innamorato anche attraverso qualche libro di Archeologia che ne evidenza le pagine della riscoperta, qualcosa più di 200 anni fa, ma mi sono incantato a leggerti…una summa perfetta delle peculiarità archeologico del luogo e del fascino che emana…Grazie!

    1. Ciao Angelo, che bello leggere che sei così appassionato di questo luogo!!
      È stata la mia prima volta a Paestum e, che dire, me ne sono innamorata. Così ricca di storia, si respira un’aria eterna ed unica.
      Sono felice di sapere che il mio post ti sia piaciuto, grazie a te davvero per averlo letto e per le belle parole (mi lusingano)!
      Benvenuto e a presto!

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Melissa De Pasquale

Ho scelto una vita dalla quale non voglio scappare fatta di piccole cose, borghi e natura. Ve la racconto qui attraverso i miei itinerari slow in Italia. Seguite la mia avventura!

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